IPOGEI
I frantoi ipogei
Nell’area di Macurano sono stati individuate 5 cavità riconoscibili come frantoi chiamati trappèti o trappìti, i frantoi a grotta del territorio di Montesardo sono stati oggetto di una ricerca tematica sostenuta dall’amministrazione comunale di Alessano nel 1988.
Fu in seguito redatta una Carta dei frantoi a grotta scoperti nel territorio comunale e fu proposta una lettura storica delle evidenze rupestri note.
Il trappeto più antico, per caratteristiche tecniche, è il “trappeto Macurano” posizionato in un settore centrale rispetto all’intero complesso rupestre.
Gli altri frantoi appartengono al tipo dei trappeti a grotta, e in due casi presentano un ingresso “monumentale” costruito con mattoni.
Il trappeto, sottoposto rispetto al piano di calpestio, generalmente immette in un grande vano dove si trova la vasca per la molitura con la sua grossa pietra molare posta in verticale, di calcare duro. Adiacente al grande vano erano allestiti i torchi di legno e diverse vasche scavate nella roccia.
Altri vani erano destinati a stalla, a cucina e a dormitorio degli operai. Privo di luce diretta, il trappeto veniva illuminato da varie lucerne. Fonte di luce e di ricambio dell’aria proveniva da uno o due fori praticati al centro della volta del vano principale
LA PRODUZIONE DELL’OLIO DI OLIVA
Anticamente le olive si macinavano nel “Trappetum” termine che i romani usavano per indicare una macchina che separava il nocciolo dalla polpa, a seguito per produrre la pasta delle olive.
La pasta delle olive veniva trasportata in degli ambienti dove avveniva la spremitura per ottenere l’olio. I frantoi presenti nel sud Salento sono quasi tutti ipogei, sono collocati sotto il piano stradale, la loro altezza varia da 1.70 a 3.00 mt circa.
Il fatto che fossero sotto terra era studiato appositamente al fine di ottimizzare la conservazione del prodotto: la struttura doveva avere la temperatura calda e costante 18/20°, tale da favorire il deflusso dell’olio quando le olive venivano macinate, e inoltre un altro motivo per cui si trovavano sotto terra era di natura economica: il costo per scavare un frantoio era minore rispetto quello per costruirne uno fuori terra.
Nel 1809-1857 risultavano 35 frantoi. L’olio prodotto nella terra d’Otranto era di scarsissima qualità era perciò prevalentemente usato per produrre sapone.
Dal XVI al XIX secolo Gallipoli fu la più importante piazza commerciale europea per l’esportazione dell’olio a uso industriale. Gallipoli era la piazza di esportazione principale del regno di Napoli e centro pulsante dell’economia del tempo. Gallipoli era la piazza di esportazione principale del regno di Napoli e centro pulsante dell’economia del tempo. Proprio qui giungevano i più ricchi e prestigiosi mercanti d’Italia per portare a termine i loro affari. Ogni Stato interessato aveva la sua sede a Gallipoli. A Gallipoli si stabiliva il 6 dicembre di ogni anno il prezzo corrente di mercato. L’olio che partiva da Gallipoli veniva richiesto per uso alimentare ma anche per illuminazione, per la produzione di sapone e per i lamifici.

Gallipoli capitale dell’olio
Bibliografia
L’antica industria dell’olio (Antonio Monte)
Salento.com – i frantoi ipogei e il commercio dell’olio
Testi delle alunne: Alessia Villani, Giorgia Bisanti, Angelica Martella